Sostenibilità
ARCHITETTURA SOSTENIBILE> La maggior parte delle tipologie tradizionali quali, ad esempio: le case coloniche, i masi di alta montagna o i trulli, sono edifici la cui forma è evoluta nel tempo al solo scopo di ottimizzare lo sfruttamento delle risorse naturali (materiali, irraggiamento solare, venti dominanti, l’uomo). Per contenere il calore al loro interno, le case coloniche sono orientate in direzione sud, presentano portici per consentire l’ombreggiamento estivo e fronti nord quasi privi di finestre. Come nei masi di alta quota, la stalla della casa colonica è posta al piano terra, al di sotto della camera da letto situata al piano primo, allo scopo di sfruttare il calore corporeo prodotto dagli animali che per convezione sale verso l’alto. La forma dei trulli, insieme al consistente spessore delle murature, sono funzionali alla riduzione del surriscaldamento estivo. La massa della pietra con la quale sono costruiti ritarda l’ingresso della radiazione solare, accumula energia termica che viene rilasciata nelle ore notturne, mentre la copertura conica capta il raffrescamento naturale prodotto dalle brezze marine.
L’architettura sostenibile è, pertanto, una metodologia progettuale che è sempre esistita al fine di garantire il migliore livello di comfort date le limitate risorse a disposizione. Tuttavia, a partire dalla metà del XX secolo, con l’avvento degli impianti di climatizzazione prima invernale, poi estiva, questa sapienza costruttiva è stata dimenticata: da quel momento ogni requisito legato al comfort veniva affidato agli impianti.
A tal Proposito Victor Olgyay, padre della progettazione bioclimatica, nel sui libro Design with Climate scrive:
“(…) nonostante la grande varietà di condizioni climatiche, gli edifici presentano spesso una incurante uniformità. Le tipologie edilizie e i materiali da costruzione sono troppo spesso usati negli ambienti più diversi, con scarsa o nessuna attenzione per i loro effetti sul comfort umano, o addirittura per le prestazioni dei materiali. (…) Si possono citare molte cause di questa dispettosa uniformità, ma l’effetto più determinante lo hanno probabilmente avuto i progressi tecnologici nel campo del riscaldamento e del raffrescamento delle abitazioni.” (Olgyay 1963 pp. 21)
Le conseguenze di questa rivoluzione le conosciamo: crisi energetica, consumo di risorse non rinnovabili, inquinamento, riscaldamento globale. In poco tempo, l’uomo, ha messo a rischio la sua stessa esistenza su questo pianeta. Oggi il fabbisogno energetico dei nostri edifici, di tipo residenziale o terziario, per la climatizzazione estiva ed invernale e la produzione di acqua calda sanitaria necessita di circa il 40% dell’energia prodotta nell’intera Unione Europea (Direttiva 2002/91/CE e 2010/31/UE).
Alla recente Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP24) si è evidenziato come se nei prossimi 35 anni la richiesta di energia aumenterà dell’80%, in base al trend attuale, comporterà l’aumento del 50% delle emissioni serra causato in larga parte dal consumo dei combustibili fossili. La conseguenza di tale fenomeno determinerà importanti disastri naturali causati dal cambiamento climatico, oltre all’estinzione del 10% della biodiversità terrestre causate dall’innalzamento della temperatura.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo rapporto di maggio 2018, afferma che l’inquinamento atmosferico (PM PM10, PM2,5, PM1, CO2), è responsabile di 7 milioni di morti premature l’anno nel mondo, di cui 91.000 in Italia.
Ad oggi, gli impianti di climatizzazione degli edifici sono responsabili di più del 60% degli inquinanti atmosferici, pertanto, è necessaria una inversione di tendenza.
Nel nostro lavoro riscopriamo la progettazione bioclimatica delle tipologie tradizionali, lo facciamo in termini di innovazione, utilizzando software di modellazione ambientale e fisico-edile, capaci di simulare l’incidenza della radiazione solare, la ventilazione naturale, i flussi energetici che attraversano l’edificio. In questo contesto il nostro lavoro si configura come una innovazione della tradizione.
Oltre all’efficienza energetica e l’azzeramento delle emissioni inquinanti in atmosfera crediamo sia necessario prestare attenzione al comfort indoor, con l’obiettivo di progettare edifici il più possibile salubri per le persone che vi abitano o vi lavorano. Utilizziamo strategie di progettazione che limitano la presenza di inquinanti indoor e garantiscono la percezione della temperatura al massimo livello di comfort, controllando temperature superficiali ed umidità dell’aria.
Crediamo sia necessario utilizzare materiali ecocompatibili e rinnovabili che non producono emissioni nocive. Abbiamo una significativa esperienza nella costruzione di edifici in legno. Utilizziamo legnami provenienti da foreste certificate che garantiscono una continua ripiantumazione degli alberi abbattuti.
La crisi ambientale è una realtà tangibile. È necessario che ognuno faccia la sua parte. Il pianeta è la nostra casa: come architetti abbiamo il dovere di prendercene cura.
PASSIVE HOUSE> Lo standard Passive House, in tedesco Passivhaus, in italiano Casa passiva, è uno standard di progettazione sostenibile riconosciuto a livello internazionale per la realizzazione di edifici dal consumo energetico prossimo allo zero con elevati livelli di comfort indoor. Data l’efficienza del sistema, tramite l’integrazione di fotovoltaico, eolico, ecc. l’edificio può produrre più energia di quella che consuma.
Sono edifici che non necessitano di un impianto di riscaldamento tradizionale ma si riscaldano attraverso il calore del sole, del corpo umano degli abitanti e quello prodotto dagli elettrodomestici. Garantiscono un elevato livello di comfort indoor tramite: assenza di muffe o condense, temperature superficiali pressoché costanti, riduzione di CO2 e altri inquinanti. L’edificio respira alla stessa maniera di un essere vivente: un impianto di ventilazione meccanica controllata, ogni tre ore circa, ricambierà completamente l’aria interna senza perdite di calore. Mentre l’aria viziata viene espulsa insieme a tutti gli inquinanti indoor (CO2, formaldeide, ecc.), l’aria immessa verrà filtrata da tutti gli inquinanti esterni (pollini, polveri sottili sino al PM1), regolando l’umidità relativa al giusto livello di comfort. Non vi sarà pertanto la percezione di aria viziata, tuttavia, le finestre possono essere aperte a piacimento: una batteria di post trattamento, parte dell’impianto di ventilazione, immetterà nell’edificio l’energia necessaria per sopperire alle eventuali perdite di temperatura nella stagione calda come in quella fredda.
Questo standard di progettazione può essere applicato indipendentemente dalla tipologia edilizia o dal sistema costruttivo. Nasce nel 1988 da un progetto di ricerca del Dr. Wolfgang Feist e del Prof. Bo Adamson. Nel 1991 il Dr. Wolfgang Feist costruisce nel quartiere di Kranichstein a Darmstadt, Germania, la prima Passive House dimostrando che era possibile costruire edifici dal consumo energetico prossimo allo zero. L’edificio, costantemente monitorato ed ha un fabbisogno energetico per il riscaldamento di 9 kWh/m2a che si è mantenuto costante fino ad oggi, a 25 anni di distanza dalla sua costruzione. Oggi il Passive House database, raccoglie tutte le Passive House che vengono realizzate nelle varie parti del mondo.
Lo standard Passive House nasce, pertanto, in un contesto climatico temperato come quello del centro europa, ma nell’arco degli anni è stato sviluppato per essere applicato in tutti i contesti climatici. Attraverso le nostre ricerche abbiamo studiato ed applicato un approccio ulteriore al fine di ottimizzare lo standard al contesto climatico mediterraneo, caratterizzato da inverni rigidi e estati calde. Tali ricerche sono state pubblicate in un volume che potete trovare nella sezione Bibliografia di questo sito web.
L’edificio progettato in standard Passive House dovrà raggiungere un fabbisogno termico annuo per riscaldamento e raffrescamento particolarmente basso (≤ 15 kWh/m2a). Questo ed altri requisiti dovranno essere verificate in fase di progetto attraverso il software PHPP (Passive House Planning Package), il calcolo dei ponti termici agli elementi finiti, ed in corso d’opera tramite il blower door test.
Le soluzioni progettuali e tecnico-costruttive che consentono di raggiungere i valori di cui sopra sono:
- involucro – murature esterne, solaio a terra e copertura – molto isolato utilizzando ampi strati di coibente;
- riduzione dei ponti termici, cercando di isolare senza interruzioni l’involucro dell’edificio compresi fondazioni, aggetti, terrazzi, cornicioni, ecc.;
- finestre prestazionali e capaci di captare la radiazione solare per trasformarla in energia termica nel periodo invernale;
- la forma dell’edificio deve essere progettata in relazione all’esposizione solare. È necessario favorire l’ingresso della radiazione solare nel mesi invernali e creare ombreggiamento in quelli estivi. In questo modo il calore prodotto dalla radiazione solare che attraversa le finestre potrà essere calcolato ai fini del riscaldamento dell’edificio, lo stesso per quello prodotto dalle persone e dagli elettrodomestici;
- tenuta all’aria dell’edificio per evitare le perdite di energia dovute alle infiltrazioni di aria. Il risultato viene testato tramite blower door test. Un involucro edilizio a tenuta all’aria impedisce che l’aria umida interna possa uscire passando attraverso le fessure dove potrebbe creare condense interstiziali e favorire la formazione di muffe con conseguenti danni alle strutture.
- utilizzo della ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore e batteria di post trattamento, che consente l’espulsione dell’aria esausta dai locali trasferendone il calore all’aria immessa prelevata dall’esterno.
Attenzione ai falsi: il Passive House è uno standard di progettazione definito attraverso un protocollo autorevole e capace di garantire il risultato. A volte si crede che per realizzazione una Passive House sia sufficiente: usare materiali naturali, più isolamento termico, ecc. Si tratta di elementi che, sebbene importanti, non contribuiscono al raggiungimento del risultato se non attraverso una attenta progettazione fisico-edile prescritta dallo standard. Per essere certi che il lavoro del progettista sia conforme, il progetto deve essere accettato dal Passive House database o, ancor meglio, venga richiesto un attestato di certificazione al Passive house institute.
Lo standard Passive House può essere raggiunto solo attraverso un’attenta progettazione che investe ogni aspetto dell’edificio. Una volta realizzata la Passive House, l’edificio inizierà a vivere in simbiosi con il contesto climatico nel quale è collocato, garantendo elevati livelli di comfort e salubrità indoor e un impatto zero verso l’ambiente.
SOSTENIBILITA’ ECONOMICA – DETRAZIONI FISCALI> gli interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica sono incentivati da leggi dello stato attraverso vari bonus. Tali leggi garantiscono un recupero di parte della spesa attraverso le detrazione su base IRPEF, importo che viene suddiviso in 5/10 anni.
Si accede al meccanismo delle detrazioni fiscali, sia per interventi puntuali, sia per interventi di demolizione dell’edificio esistente con costruzione di un nuovo edificio che rispetti il volume del precedente. In questo caso si ottengono incentivi consistenti, ad esempio, per un edificio composto da una unità immobiliare è possibile ottenere 183.600 euro, mentre per un edificio composto da due unità la detrazione massima arriva a 498.400 euro. Importi maggiori sono previsti per interventi su edifici con un numero superiore di unità immobiliari.
Le metodologie e le strategie per ottenere l’accesso ai bonus non sono sempre semplici e chiare pertanto, il nostro studio, anche tramite la collaborazione con consulenti fiscali, offre consulenze a riguardo. Ad oggi abbiamo maturato una significativa esperienza con grande soddisfazione dei nostri clienti che, proprio tramite l’accesso ai bonus fiscali, hanno ottenuto la possibilità economica di realizzare l’intervento desiderato.
Guida ristrutturazione edilizia
Guida riqualificazione energetica
SP-K > Piraccini+Potente architettura si occupa anche di ricerca industriale attraverso la SP-K (studio piraccini_SP + Kristian Fabbri_K) due architetti che, per strade diverse si sono occupati di architettura, nell’ambito della ricerca e della docenza in campo universitario ed extra-universitario, applicandone i risultati in termini di innovazione tecnologica nei loro progetti di architettura. L’obbiettivo di SP-K è quello di mettere a frutto l’insieme delle competenze e dei linguaggi acquisiti. La SP-K si occupa in sintesi di valutazioni e indagini energetiche tramite l’impiego di strumenti diagnostici e software di calcolo; analisi dei mercati dell’energia (certificati bianchi, ecc.); certificazione di prodotti industriali.