Vertigo

Via via che si risale la strada che serpeggia inerpicandosi sul picco roccioso, sulla cui cima è collocato il borgo di Brugnello, lo stupore dei panorami sui meandri del fiume Trebbia è progressivamente accompagnato da una chiara sensazione di vertigine. È una sensazione pungente che contribuisce a generare nell’osservatore la meraviglia della Val Trebbia. Una volta arrivati in cima, impossibile trattenere lo sguardo dal tuffarsi lungo gli orridi dove roccia e vegetazione discendono nell’acqua turchese del fiume.
Il borgo medioevale è composto da uno sparuto numero di edifici in pietra, sviluppati longitudinalmente lungo una stretta via che termina con la Chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Il nostro intervento prevede il restauro e il risanamento conservativo di una casa del borgo. Al suo interno ogni finestra si apre sullo strapiombo dove lo sguardo viene catturato dalla forza di gravità.
Si tratta di una casa di vacanza per una famiglia che ha acquistato alcuni edifici del borgo, con l’obiettivo di creare un rifugio per sé e per gli amici. La condivisione della passione per l’arte e per l’architettura contemporanea ha attivato un processo di progettazione partecipata tra progettista e committente durante il quale si è scoperta una forte affinità sulla cultura del progetto.
Il progetto prevede la conservazione dell’involucro in pietra arenaria, introducendo e reinterpretando elementi della tradizione storica locale come la copertura in scaglie di pietra. I fronti sud ed est affacciati sul borgo sono ciechi al fine di conservare l’introspezione, mentre ampie finestre si aprono sul fronte nord aprendo la vista sui meandri del Trebbia. Sul fronte ovest, affacciato sul giardino privato e protetto da un muro di cinta in pietra, si sono mantenute le finestre esistenti salvo piccole modifiche necessarie per adeguare l’illuminazione di alcuni ambienti.
Mentre il corpo principale dell’edificio ha caratteristiche storico-testimoniali, appare evidente una sua addizione risalente al dopo guerra: un portico che non presenta elementi qualitativi. In questo contesto il progetto ne prevede la demolizione e la ricostruzione in sagoma, mediante un involucro vetrato rivestito da un frangisole in listelli di legno cedro naturale. Questa specie lignea ha la caratterista, infatti, di ossidarsi al contatto con gli agenti atmosferici assumendo nel tempo un colore grigio simile a quello della pietra. l’illuminazione contenuta al suo interno lo trasforma nelle ore notturne in una lanterna che, tra luci e penombre, caratterizzerà il giardino privato.
Se l’esterno dell’edificio è connotato dall’architettura tradizionale del luogo, che vede la pietra come protagonista, all’interno la pietra lascia spazio ad una struttura in cemento armato faccia a vista. Si tratta di un involucro strutturale che, insieme a strati di isolamento termico frapposti tra cemento e muro in pietra, efficientano l’edificio sia sotto il profilo energetico sia sotto il profilo antisismico. L’austerità del cemento ed il suo colore grigio reinterpretano la matericità del materiale lapideo, mentre tagli di luce zenitale creano un’illuminazione naturale introspettiva. L’intento è quello di riscoprire l’emozione della luce che attraverso una breccia illumina l’interno di una grotta.
Il progetto dell’arredo prevede l’utilizzo di legno di recupero dei masi di montagna. Questo materiale viene utilizzato per la realizzazione di un cubo centrale che al piano terra funge da perno per la distribuzione della zona giorno. All’interno del cubo trovano spazio un bagno: la scala di accesso al piano superiore, pareti attrezzate che ospitano la cucina e spazi ad uso ripostiglio. Il legno di recupero, con il suo caratteristico calore dato dall’aspetto naturale, bilancia l’austerità del cemento, utilizzato anche per le pavimentazioni.
Di fronte al tavolo da pranzo trova spazio una grande finestra circolare, scavata nel cemento, affacciata a picco sui meandri del Trebbia. Si tratta di un chiaro omaggio all’architettura di Carlo Scarpa che in questo caso cattura la vista dello spettatore verso le meraviglie del paesaggio circostante. Dalla sala da pranzo, l’ accesso al vecchio portico trasformato in volume vetrato amplifica ancora di più la vista vertiginosa sul paesaggio. Si tratta di uno spazio di lettura e contemplazione che funge, peraltro, da collegamento ad una piccolo edificio confinante che svolgerà la funzione di palestra.
La struttura in cemento faccia a vista ritorna al piano superiore sino a caratterizzare l’intradosso del solaio di copertura, con lo scopo di percepire la continuità di questo materiale sull’intero involucro dell’edificio, mentre il legno di recupero torna ad essere utilizzato per creare arredi e partizioni. L’austera connotazione cemento-legno che caratterizza gli ambienti principali, scompare all’interno dei bagni. Questi sono connotati da un minimalismo decorativo che vede l’impiego su tutte le superfici di lastre di marmo a macchia aperta: come antri scavati nella roccia.
Si tratta quindi di un duplice progetto: da una parte la conservazione delle caratteristiche storico-testimoniali dell’edificio e la sua connotazione con l’architettura tradizionale del luogo; dall’altra uno spazio interno metafisico e introspettivo che genera il contemporaneo reinterpretando i materiali della tradizione con cemento e legno di recupero. Un progetto che consente all’edificio di vivere due volte, come la famosa Donna di un noto film di Hitchcock, il cui titolo in lingua originale era, appunto, Vertigo.
CASA VACANZE UNIFAMILIARE CON STRUTTURA IN calcestruzzo armato IN UN BORGO STORICO
IN CORSO
Year
2022
Locality
Italy – BRUGNELLO (PC)
Design team
Piraccini + Potente architettura
Stefano Piraccini
Margherita Potente
Project TEAM
Gianluca Bertoli
Teresa Cancellari
Beatrice Enti
Emanuele Loroni
Amedeo Palagano
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