Playstation
Siamo stati chiamati a proporre una piccola opera di rigenerazione del quartiere “Case finali”, a Cesena, con l’obiettivo di intervenire sul piazzale antistante alcune attività commerciali. L’opera deve essere realizzata con un piccolo budget.
Il quartiere “Case finali” si è sviluppato attraverso un piano di espansione urbana degli anni Ottanta. È un tratto di città pianificato: le distanze tra edifici, la larghezza delle strade, dei marciapiedi, degli spazi verdi, sono frutto di un pensiero ragionato e dell’applicazione della normativa urbanistica. In questo contesto presso via Marino Moretti è collocato il piazzale oggetto di intervento.
Tuttavia, se la progettazione di una pianificazione attenta ha consentito il rispetto rigido delle normative urbanistiche, al fine di definire l’assetto funzionale dell’area, il risultato pecca sotto il profilo di una comunicazione emotiva. Questi spazi, sebbene funzionali, non emozionano lo spettatore. Meglio: l’emozione è tale che in tutta Cesena il quartiere “Case finali” è comunemente soprannominato “Chernobyl”.Il nostro progetto parte proprio dalla necessità di conferire allo spazio la capacità di generare emozioni.
Abbiamo preso a riferimento gli aggregati urbani che caratterizzano i borghi storici e gli aggregati di case sparse presenti nell’ambito rurale locale. Si tratta di porzioni di città non pianificate, costruite in assenza di una normativa urbanistica, attraverso un lento processo di sviluppo organico legato alla necessità del singolo e mai ragionato in scala urbana.
Sebbene tali luoghi si siano sviluppati senza una idea razionale di città, sono indiscutibilmente capaci di emozionare. Pertanto, abbiamo immaginato di calare un piccolo aggregato urbano sul piazzale, al fine di ricreare quella dimensione emotiva “di borgo” che la nuova pianificazione è stata incapace di trasmettere.L’aggregato urbano viene reinterpretato da strutture con la medesima morfologia, realizzate da sottili listelli di acciaio. All’interno di queste strutture vengono collocati attrezzature per il gioco e sedute rivestite in pietra realizzate attraverso il recupero delle sedute in cemento esistenti. Per richiamare il carattere urbano e domestico, alcune grafiche riportano a terra il disegno di tappeti, in corrispondenza dei materassini antiurto sotto le attrezzature da gioco. Durante la notte, l’illuminazione posta all’interno trasforma le strutture in una gigantesca lanterna.
Abbiamo chiamato il progetto “Playstation” parafrasando il nome della nota console per video giochi. L’utilizzo dei video giochi, a partire degli anni ’80 del 1900, ha sempre più circoscritto l’attività di gioco dei più giovani all’interno dell’ambiente domestico, con evidenti limiti di socializzazione. Il progetto propone di ribaltare il paradigma, costruendo uno spazio pubblico di gioco che richiami l’ambiente domestico, dove al contrario le case sono costituite da volumi evanescenti che si aprono al mondo esterno.
Tuttavia, oltre la componente estetica e il richiamo alle emozioni, il progetto individua un metodo di rigenerazione dello spazio pubblico capace di migliorarne il comfort outdoor.
Ad oggi il piazzale, con le sue grandi dimensioni, spazi verdi ridotti al minimo, le sedute di cemento e le poche alberature a basso fusto, durante il periodo estivo è attraversato a passo veloce, a causa dell’effetto dell’isola di calore. L’assenza di strutture ombreggianti e l’impiego di pavimentazioni dotate di una forte inerzia termica, aumentano notevolmente la temperatura reale e percepita, creando un forte discomfort.
La struttura metallica è stata progettata utilizzando software di simulazione della radiazione solare e delle temperature outdoor. Tali software hanno la capacità di estrapolare le informazioni del clima locale e definire le forme più corrette per limitare l’effetto isola di calore.
Pertanto, le forme delle strutture e degli elementi che le compongono sono state definite in base ad un approccio funzionale utilizzando la fisica edile.
L’analisi è stata condotta sui dati climatici di Cesena forniti da Arpae Regione Emilia-Romagna all’anno 2017. La metrica utilizzata per la valutazione dello stress termico è l’UTCI (Universal Thermal Comfort Index) che considera i valori di temperatura dell’aria, umidità relativa, velocità del vento e temperatura media radiante; quest’ultima è stata valutata sulla base della radiazione presente nei dati climatici per Rimini corrispondenti all’anno 2005. Si registra uno scostamento tra i valori calcolati all’ombra e al sole capace di migliorare la temperatura percepita, tale percezione aumenterà quando il verde rampicante raggiungerà una maggiore estensione. Se si considera la criticità termica calcolata tra maggio e settembre, in cui si calcolano oltre 1500 ore di discomfort con temperature che non di rado superano i 40 gradi percepiti, si evince come l’ombreggiamento vada considerato quale principale strategia di raffrescamento degli esterni.
Un’ulteriore analisi condotta sul soleggiamento del piazzale nel quale è collocato il progetto, durante il periodo di stress termico, evidenzia che la maggior parte dell’area non viene ombreggiata affatto, causando la compromissione della qualità climatica di tale spazio. La necessità evidente di fornire superficie all’ombra diviene, quindi, uno dei punti chiave in una già auspicabile riqualificazione dell’intera area.
Riqualificazione di uno spazio pubblico
REALIZZATO
Year
2019-2021
Locality
Italy – cesena
Design team
Piraccini + Potente architettura
Stefano Piraccini
Margherita Potente
Project TEAM
Marco Marchetti
Gianluca Bertoli
Linda Gabrielli
Vincenzo Vodola
CONTRIBUTORS
JACOPO CATTARUZZI
TAGS
PHOTOGRAPH
ANGELO CICCOLO
AWARDS
– Opera selezionata al premio “Giovane talento dell’Architettura italiana”. Risultati pubblicati sul volume “Yearbook 6B”