Lo scrigno di Psiche

Il mito vuole che nello scrigno della fanciulla di nome Psiche vi siano contenute gocce di straordinaria bellezza: un bene talmente prezioso da essere custodito nell’Ade. È un bene ancora più prezioso per Psiche che vuole riconquistare Amore e che aprendo lo scrigno scoprirà l’amore immortale.

Il progetto dell’edificio diviene metafora dello scrigno che contiene all’interno un bene altrettanto prezioso: quel microcosmo di affetti e relazioni così importante nella vita di ogni uomo o donna. Una forma di amore altrettanto immortale.

L’esigenza della committenza è quella di realizzare un edificio mono-famigliare che comunichi forte senso di introspezione, dove venga tutelata la riservatezza degli spazi privati nei quale si svolge la vita domestica. La morfologia dell’edificio comunica tale esigenza diventando esso stesso soglia tra la vita sociale, pubblica e quella privata. Si chiude al mondo esterno aprendosi con ampie vetrate verso una corte interna, protetta dall’estensione dei muri perimetrali per preservarne la riservatezza.

L’edificio ha una forma stereometrica con facciate in cemento armato faccia a vista.

Unica eccezione per l’ingresso dell’edificio dove la porta viene occultata all’interno di una porzione di rivestimento in alluminio.

Sulle facciate si apre una scansione di finestre declinate sulla forma del quadrato. La disposizione delle finestre non segue il disegno razionalista, al contrario viene posizionata in funzione delle singole esigenze funzionali di ogni stanza, anche al fine di generare atmosfere suggestive attraverso la luce naturale.

I serramenti sono in alluminio, schermati da frangisole del medesimo materiale. Questi sono composti da lamelle/tende che, una volta raccolti, vengono occultati dentro la facciata lasciando il disegno del serramento pulito e libero da ulteriori elementi.

La scansione delle finestre che investe i muri che definiscono la corte interna ed i terrazzi, si priva del serramento. Qui la finestra diventa un semplice foro nell’involucro cementizio: col preciso scopo di dissimularne la presenza della corte e dei terrazzi, rispetto l’osservatore esterno, creando nel contempo suggestivi giochi di luce ed ombre, anche in relazione all’applicazione di tende metalliche.

L’utilizzo del cemento armato viene declinato anche nelle pavimentazioni degli spazi esterni, dove piattaforme in cemento trattato al quarzo/granigliato galleggiano su uno letto di ardesia in scaglie con un chiaro richiamo al giardino giapponese.

Il progetto si ispira alla metafora dello scrigno che custodisce al suo interno il microcosmo della vita domestica: un bene prezioso fatto di affetti e relazioni.

L’edificio è stato progettato con una forte attenzione agli aspetti bioclimatici e di contenimento dei consumi energetici. Il progetto ha previsto una attenta revisione dei ponti termici caratteristici di una struttura in cemento armato. Per ovviare a tale fenomeno la struttura dei solai è in legno lamellare al fine di ridurre il ponte termico lineare causato nell’intersezione tra solai e muri perimetrali.

È stata prestata particolare attenzione alla coibentazione che riveste con continuità l’intero involucro edilizio, mentre tutti i serramenti sono schermati dall’esterno con sistemi frangisole al fine di limitare i consumi energetici in regime estivo, favorendo l’ombreggiamento delle porzioni vetrate. La copertura piana consente una forte integrazione di fotovoltaico che contribuirà al fabbisogno energetico dell’edificio, il cui impianto di climatizzazione estiva ed invernale è elettrico: privo di emissioni in atmosfera da gas combustibile.

RESIDENZA UNIFAMILIARE CON STRUTTURA A SETTI IN CALCESTRUZZO ARMATO

IN CORSO

Year
2023

Locality
Italy – FAENZA (RA)

Design team
Piraccini + Potente architettura

CHIEF ARCHITECTS

Stefano Piraccini
Margherita Potente

Project TEAM

Gianluca Bertoli

Marco Marchetti
Beatrice Enti
Teresa Cancellari
Amedeo Palagano

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